Clausola Covid nel contratto di locazione: guida alla condizione di salvaguardia

Clausola Covid contratto di locazione

Clausola Coronavirus nel contratto di locazione per tutelare le parti in vista di nuovi DPCM

Nel contratto di locazione è possibile inserire una condizione nota come clausola Covid. Ma cos’é? A cosa serve? Quando si applica nel contratto di affitto? In questo articolo-guida cercheremo di fare chiarezza sulle sue caratteristiche e sull’utilizzo che gli Agenti Immobiliari possono farne.

La clausola Covid (chiamata anche clausola Coronavirus”) può essere prevista nel contratto di affitto per tutelare le parti -in particolare il conduttore– dai cambiamenti introdotti da nuovi DPCM o dalle difficoltà dovute all’emergenza sanitaria.

Si tratta di un’opportunità contrattuale specifica progettata per far fronte alla crisi dettata dal contesto pandemico.

Andiamo, quindi, a vedere nel dettaglio la clausola Covid per i rapporti di locazione: cos’è, a cosa serve e quando si applica nel contratto di affitto.

Cos’è la clausola Covid nel contratto di locazione: caratteristiche della clausola Coronavirus per gli affitti

La clausola Covid (o “clausola Coronavirus”) è una condizione di salvaguardia tra conduttore e locatore che fa in modo di poter rinegoziare, sospendere o ridurre il canone qualora scatti l’evento problematico previsto, per esempio la chiusura forzata dell’attività a seguito di un decreto. La clausola Covid fa parte della più ampia famiglia delle “clausole di hardship” che servono a proteggere le parti in situazioni incerte o di rischio, cioè in quelle circostanze di forza maggiore indipendenti dalla volontà dei soggetti. Come anticipato, quella che viene chiamata clausola Covid è prevista proprio per far fronte a variazioni repentine dovute a un contesto di emergenza sanitaria, alla luce soprattutto dei frequenti DPCM emanati dal governo: uno nuovo è stato appena varato, mentre solo pochi giorni spiegavamo il decreto 24 ottobre 2020

Inserire la clausola Covid in un contratto di locazione significa attivare un’opzione di salvaguardia per il conduttore nel caso subisca, per esempio, la chiusura dell’attività (come succede, appunto, per ordine di un decreto) o un oggettivo calo di lavoro. 

Quando si applica la clausola Covid nel contratto di locazione: in quali casi inserire la clausola Coronavirus nell’affitto.

La clausola Covid si può applicare sia per contratti di locazione abitativi che commerciali. Non ci sono distinzioni particolari tra l’una e l’altra tipologia contrattuale. 

Due cose importanti sono, però, da tenere presenti:

  • I contratti stipulati prima di marzo 2020 sono (ovviamente) preclusi: la pandemia è una situazione talmente nuova e senza precedenti che una clausola di forza maggiore legata al Coronavirus non era minimamente pensabile prima della primavera scorsa. Ciò significa che per quegli affitti è impossibile trovare una condizione di tutela e restano, dunque, pregiudicati. Si può solo procedere a una rinegoziazione ex novo dell’accordo. A tal proposito consigliamo il nostro servizio dedicato.
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  • Per i contratti di locazione commerciale inserire una clausola Covid significa predisporre una condizione che tenga conto della specificità dell’attività e dovrà essere quindi pensata sulla base delle particolarità dell’attività stessa. Se si tratta di un affitto di una palestra o un ristorante, si dovrà ragionare solo nei termini concreti dei rispettivi ambiti lavorativi. 

A cosa serve la clausola Covid nel contratto di locazione: perché è utile la clausola Coronavirus nell’affitto.

La clausola Covid in un contratto di locazione serve a tutelare le parti (e il loro accordo) dagli effetti di crisi innescabili dal perdurare del Coronavirus, consentendo di sospendere, rinegoziare o ridurre il canone d’affitto

Il caso classico di evento di attivazione della clausola Covid è l’emanazione di un DPCM che disponga la chiusura per intere categorie di attività o un peggioramento della condizione di lavoro a seguito di limitazioni oggettive. In tal senso, con la presenza della clausola Covid nel contratto e a fronte di un decreto che obbliga alla chiusura della sua attività, il conduttore potrà far valere la condizione di forza maggiore ottenendo un’automatica rinegoziazione del canone, o addirittura una sospensione o una riduzione.

Per ricapitolare: la clausola Covid è una condizione di forza maggiore o di hardship che può essere prevista nei contratti di locazione per tutelare conduttori e locatori dai problemi che possono derivare dalla crisi Coronavirus. A fronte dell’evento scatenante previsto, come l’adozione di un DPCM che comporta la chiusura totale o il peggioramento dell’attività lavorativa, il canone verrà sospeso, rinegoziato o ridotto a seconda del contenuto della clausola.

Per gli accordi stipulati prima di marzo 2020, invece, la strada per proteggersi rimane un nuovo accordo tra le parti con una conseguente rinegoziazione ex-novo.

Abbiamo visto cos’è, a cosa serve, quando si applica la clausola Covid. Si tratta di una possibilità davvero utile per le parti coinvolte nel contratto di locazione, che li mette al sicuro e protegge oltretutto il loro rapporto. Insomma, è un’opzione che ogni Agente Immobiliare dovrebbe tenere presente e far presente ai clienti, in questo momento così difficile.

Ma come i Professionisti del Real Estate sanno bene, non sempre è semplice predisporre in maniera corretta e adeguata soluzioni simili. Uno dei grandi vantaggi di Regold è poter contare sull’apporto costante dei nostri esperti: un intero team di consulenti sempre disponibile attraverso l’assistenza telefonica giornaliera. Affidandoti a noi non avrai alcun problema con la registrazione dei contratti di affitto che contengono la clausola Covid.

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